L'arringa di un pazzo

Due libri, nella seconda metŕ dell'Ottocento, hanno scoperchiato la pentola dei rapporti sessuali e sentimentali con una immediatezza inaudita: "La sonata a Kreutzer" di Tolstoj e "L'arringa di un pazzo" di Strindberg, cronaca surriscaldata, irta, lacerante dell'attrazione-repulsione fra un uomo, Strindberg stesso, e sua moglie Siri von Essen. Č l'autore, del resto, ad affermare "Questo č un libro atroce" sin dalla prima riga della sua Prefazione, che concluderŕ chiedendo al lettore di essere lui a emettere la sentenza, una volta che avrŕ acquisito una esatta "conoscenza dei fatti" quella che gli sarŕ fornita dalle pagine che seguiranno: una fervida arringa, appunto, che č insieme feroce atto di accusa e veemente autodifesa. I "fatti" esposti sono una esaltata passione amorosa, prima, e un inferno matrimoniale, poi, indagati e ricostruiti con ossessiva precisione, e con furibonda impudicizia. Questo libro, in cui il rapporto fra i sessi viene narrato e anatomizzato come una lotta a morte per la sopraffazione - e la cui prima edizione a stampa, per quanto edulcorata e smussata dal traduttore tedesco, subě un processo per oscenitŕ -, non ha perso un grammo del suo carattere estremo, urtante, angosciosamente veritiero.