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Guglielmina Roncigli č la figlia di Vittorio, uno dei quaranta civili fucilati nella rappresaglia che la Wehrmacht mise in atto a Gubbio, il 22 giugno 1944, dopo l'uccisione di un ufficiale medico tedesco, Kurt Staudacher, da parte di un gruppo di giovani armati dal GAP locale. Le polemiche, nella comunitŕ, sulle responsabilitŕ dell'eccidio - il fatto di sangue piů grave in tutta l'Umbria nel periodo dell'occupazione - sono durate decenni. Peter Staudacher č figlio di Kurt. Guglielmina e Peter si incontrano - per caso, ma verrebbe da pensare: per destino - quasi settantanni dopo. Si riconoscono. Si parlano. Si scrivono, a lungo. Né le colpe, né i meriti dei padri ricadono sui figli: ma Peter e Guglielmina capiscono che l'incontro, per quanto fortuito, ha lasciato in dono una responsabilitŕ: la responsabilitŕ di raccontare, di capire, di comprendere, di perdonare, di riconciliare. La loro storia puň sembrare piccola e periferica, ma contiene in sé un messaggio universale. Ovunque un conflitto lascia ferite e macerie; e oggi piů che mai c'č bisogno di un esempio come quello di Peter e Guglielmina, che hanno avuto la forza, la tenacia, la capacitŕ di guardare oltre il muro. Le tracce del loro percorso dovrebbero guidarci nelle infinite incertezze del nostro presente.